Come il vento può cambiare

 L'altro giorno mi pareva di nuovo facile, almeno un po' più facile. Come quando la curva del Covid19 pare cominciare a appiattirsi e ci si aspetta un lento calo dei contagiati e quindi la speranza di trovare una nuova normalità. La famosa "luce in fondo al tunnel" Poi basta qualcosa e di nuovo crolla il terreno sotto i piedi. Un battibecco, una telefonata, un ricordo che riaffiora, una domanda senza risposta. Il nero ripiomba a impedire la vista, ti acceca, torna la paura, la rabbia e il dolore, la paura, i pensieri brutti, che farla finita potrebbe essere la soluzione. 

Poi il vento è arrivato. Non mi stancherò mai di dire che il vento non mi piace, mai!. Ma ha portato la neve su in alto, sui monti. E io amo il bianco, il bagliore illuminato dal sole che lancia la neve. La luce che emana nel buio della notte quando la luna illumina le cime innevate, quasi fosse un'alba perenne. 

Seguo sui social la famigerata beatissima intelligente Luciana Littizzetto. Lei suggerisce libri, oltre a condividere quotidianamente post allegri e sorprendenti, come accade la domenica sera e i suoi giochi, che sapere dove li trova è una domanda senza ( quasi) risposta. Ieri sera ha fatto vedere a Fazio due cagnetti giocattolo: uno beveva e poi schiacciando un pulsantino sul finto guinzaglio, il giochino alzava la zampetta e faceva pipì. Il secondo invece, mangiava dei croccantini e poi camminando li espelleva, come vera cacca. Uno spettacolo unico, ridicolo che strappa molte risate, sotto gli occhi inorriditi di Fazio. Dicevo, però che lei sui social commenta i libri letti, quelli che le piacciono. Infatti a una delle sue follower che le domandava come mai i libri le piacciono tutti, rispondeva che quelli che non le sono piaciuti non li commenta. Che domanda sciocca che ha fatto. E che risposta ovvia ha ricevuto. 

Va beh... dicevo che scelgo le mie letture tra i libri che lei consiglia. Oramai uso il Kindle. Un po' a malincuore, ma pensando che comunque così non perdo i libri che presto, che non si riempiono di polvere sulle librerie, che il mondo si è sempre evoluto, che si sta proiettando sempre più verso il tecnologico, che salvo qualche albero (forse), che l'editoria sta sempre più progredendo verso il tecnologico, che le tipografie troveranno le strade giuste (come ha fatto il mondo della fotolito, in cui lavoravo io, e che ora non esiste più). Certo il "profumo" di un libro non lo sostituisce alcunché. 

Così "LA RAGAZZA DELLA NEVE" di Pam Jenoff , mi ha incuriosito. La neve mi colpisce sempre, mi è dentro, mi appartiene (chissà, forse in una delle mie vite passate facevo parte degli Inuit, o ero una foca, o un leone marino o un'orsa bianca...chissà). Mi incuriosisce sempre se si trova nel titolo di un libro. A questo libro ci sono arrivata mentre leggevo le recensioni della Luciana. Come non potevo lasciarmi incantare dal titolo? Ho letto la trama e mi son detta " uhm... questo sarà un libro duro, gelido." Ma l'ho scaricato. Parla di amicizia tra due giovani donne, molto diverse tra loro. Le unisce l'istinto di sopravvivenza nel periodo più buio della nostra storia. Essere ebree durante la seconda guerra mondiale in Europa, portava alla condanna a morte, pochi si sono salvati. Ma c'è un circo, il cui padrone nasconde e salva le vite. La più giovane è stata cacciata da casa dal padre perchè è rimasta incinta, ammaliata da un giovane soldato nazista. L'altra era sposata a un soldato nazista che la ripudia. Quando torna a casa e scopre che la sua numerosa famiglia circense non c'è più. Viene accolta e salvata dal proprietario del circo rivale. Strade molto diverse, dolorose, fanno incontrare le due donne, che si prenderanno cura l'una dell'altra in maniera pragmatica, forte, come solo una donna sa fare. Si parla dei "Bambini Sconosciuti", deportati sui treni, di cui ben pochi si sono salvati e di cui poso si conosce. L'amicizia tra Noa e Astrid passa attraverso la crudeltà, la paura, le ingiustizie, però alla fine è salvifica, le farà volare alto, realmente e metaforicamente. Triste e dura, la loro storia, ma ricca speranza e amore. Pam Jenoff studia profondamente, si informa e prende nota delle vere storie dei circhi, dei loro proprietari, degli artisti, delle loro storie e ne ricava un bellissimo romanzo. 

Lo consiglio vivamente. 

Foto: WEB




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