ARIA, SPAZIO, PULIZIA

 In questi ultimi giorni della prima metà di Novembre, durante il secondo confinamento del 2020, anno tragico, pestifero, maledettamente bisestile, ho iniziato a pulire. 

Ho iniziato con i vetri, che erano indecenti. A dire il vero li ha puliti Max: lui è più bravo di me. Niente ( o quasi ) aloni, velocità e efficacia elevate. Nel frattempo ho preteso di ripulire di nuovo il garage. Dal riordino precedente, si sono accumulate altre scatole del "guardo dopo, non si sa mai!  Che per buttarle c'è sempre tempo" . Sono arrivate nel frattempo anche scatole dai lavori dei miei cognati, cassette di libri che non trovavo più, scatole di vecchi (ma nuovi) asciugamani di mia suocera, che potrebbero servire alle ragazze. Tutto pieno di polvere, di cemento schizzato ( ma non si potevano spostare prima ???). La maina dell'accumulo seriale mi appartiene, ne sono consapevole. Paura di dimenticare, paura di perdere qualcosa di prezioso, e accumulo cianfrusaglie inutili. Dal garage è uscita una quantità enorme di cose da riempire interamente il furgone. Non entrava nemmeno un foglio, un capello, lo giuro. Però ora ha un'aria così leggera, che le lampade sembrano più luminose! 

Poi mi è venuta un'idea stramba. L'ufficio di casa, che è nella nostra EX-Stanza da letto, ovvero dove c'è la famigerata finestra in piena vista di tutti e dove si trova la mai terminata cabina armadio, mai terminata ripeto, ovvero con tutti gli abiti, tutti, ma proprio tutti, in "bella" vista, andava girato. L'ufficio, intendo! Così si crea uno spazio definito per lo studio e uno per la cabina armadio, penso, immagino. Le famose librerie Billy Ikea definiscono lo spazio, limitando pietosamente la vista sulla cabina armadio. Si crea persino uno spazio per vestirsi e svestirsi senza aver paura che qualcuno possa vedere alcunché! Una pacchia, che prima era tutto un correre in mutande per prendere il jeans o il leggings. 

Quindi ho cominciato a ripulire lo studio, ho girato una delle due librerie, svuotandole entrambe. Ho riordinato i faldoni con tutti i documenti, che non si sa mai! Quelli della burocrazia, della contabilità bisogna tenerli. Dieci anni, mi pare, e per non sbagliare li tengo per 20! E ho iniziato con i  libri. Tanti, troppi. Polverosi, inutili, alcuni sciocchi, altri noiosi e pesanti, alcuni iniziati e mai terminati, che non erano interessanti.  

Ho iniziato a rileggere i due piccoli manuali Feng Shui, uno per il posto di lavoro e il secondo per la vita privata. Ho acquistato sia per la casa, che per il lavoro alcuni piccoli oggetti che dovrebbero portare un po' di pace e serenità, oltre a aumentare positivamente il lato economico aziendale e privato. Con molta molta fatica ho deciso di fare pulizia, sull'onda della ricerca di "luce interiore", su consiglio di quei manuali. Mai tenere cose inutili, che non portano bene. Ubbidisco!

Ho iniziato a fare pulizia con i libri che avevo da mille mila anni e che avevo letto una vita fa, quando gli interessi erano per l'ignoto dello spazio legato alle antiche civiltà, come quella egizia. Poi sono passata alle guide turistiche. Alcune non so nemmeno perchè erano lì: quella del Sud Africa per esempio! Non ho mai avuto l'opportunità di visitare che so… Firenze e mi trovo tra i miei libri una guida del Sud Africa, che non so nemmeno da che parte sia arrivata! Avevo gli Atlanti stradali dell'ACI, che nei primi anni '90 erano una manna, se si voleva girare e arrivare al posto desiderato. Ora c'è Google Maps, dettagliato e aggiornato come nessun'altra cosa! Ho eliminato libri che non aprivo da 30 anni: atlante del mondo, atlante del cosmo, guide di osterie che non esistono più, nè le guide, nè le osterie. Guide di vini e vitigni, che non bevo nemmeno! Cosa mi possono servire? Riempivo cassette delle mele di libri, libroni, libretti, libricini come se fossero Golden! Per non parlare delle borse del Poli! Tante, 5 o 6! Sono capienti, come poche altre, e resistenti! 

Poi sono passata alla libreria che ho nell'angolo tra il soggiorno, la stanza da letto, priam delle scale che portano alle stanze ( oramai vuote, sigh!) dei ragazzi. Max dice spesso di portare le cose che non servono in quelle stanze, ma mi oppongo ogni volta. Non voglio trovarmi con camion interi di cianfrusaglie che comunque sono dimenticate, diventate vecchie e inutili, che possano diventare rifugi di insetti di ogni tipo, piene di polvere e cacchette di mosche odiose. 

Ho preso i libri, iniziando dal basso, dove avevo messo quelli che ritenevo meno importanti, ho fatto un censimento attento, impilando quelli "Oh  Dio, che orrore! Che ci fa qui questo, manco me lo ricordavo! " al "toh! Questo è stato proprio bello leggerlo!" e rimettendo questi ultimi disordinatamente negli scaffali, come quelli di Virginia Bramati, o che devo ancora leggere, o che restano comunque qualcosa di cui non posso liberarmi. Ne sono rimasti molto pochi, lo ammetto. Molto molto pochi. 

Ho scritto al direttore della Biblioteca comunale, chiedendo se potessero servire alcuni libri. Mi ha risposto che anche loro sono costretti a buttare alcuni libri ogni anno, per far spazio a quelli nuovi. 

Quindi prima di buttarli, ho cercato ogni possibile soluzione. Che non sia mai di passare per una bigotta ignorante che butta i libri. Quei libri hanno avuto un momento nella mia vita durante il quale erano importanti, sono stati illuminanti, educativi, hanno colmato curiosità e arricchito le mie conoscenze. Ma poi sono passati oltre. Forse avrei potuto eliminarli in maniera meno drastica, un po' alla volta, approfittando delle varie iniziative con cui si potevano lasciare i libri a chi li avesse voluti. 

Ho riempito 4 scatole, 2 cassette, alcune borse. Sono andata al centro di riciclaggio, li ho messi nell'angolo dove si lasciano libri che qualcuno può utilizzare ancora, e che restano lì, fino a quando il cassone della carta non è pieno e quindi viene portato via, sostituito da uno vuoto. 

Insomma, i miei spazi sono sempre più essenziali, mi somigliano di più. Ho sempre pensato che la casa di prima la dovevo riempire di me, cancellando cose passate, permettendomi di mettere radici. Questa casa l'ho creata, l'ho voluta, l'ho sognata. Sono arrivata a odiarla, in alcuni momenti difficili. Ora sono persino triste nel vedere le stanze dei ragazzi vuote, inutili. Cosa ho voluto mi chiedo, in fin dei conti? Una casa che ora è troppo grande. Ma intanto l'abbiamo vissuta, nonostante non sia terminata, nonostante le lampadine che pendono dal soffitto, lasciando vedere il buco dei cavi elettrici, nonostante gli interruttori senza placche, nonostante la finestra della cucina provvisoria, nonostante le reti da cantiere davanti al cavedio, nonostante la mia sofferenza infinita, incurabile, la mia paura che tutta la mia vita venga definita inutile con qualche atto giudiziario che ce la porterà via. Ma quella è la mia casa. LA-MIA-CASA

Poi mi sveglio dai miei loop negativi, e mi ripeto tutto quello che ho fatto fino ad ora. I miei figli, un grande amore in cui ho creduto tantissimo, il mio lavoro, il mio impegno continuo, le mie grandi capacità di "tacar boton" con tutti e creare buoni rapporti con mezzo mondo, con taluni arrivare a diventare amici intimi, direi congiunti, utilizzando il termine abusato in questo anno bastardo. 

Ho avuto anche delle belle soddisfazioni, delle ricariche di positività. Peccato che aver ragione troppo spesso e che quasi mai ti venga riconosciuto non sia proprio eccezionale. Ma questo mi impedisce di affogare nel loop nero. Avere ragione, intendo. 

Ora vado a casa, oggi non c'è nessuno a pranzo, così posso finire il riordino. Sì, non ho finito, è un parto lento, graduale, così posso essere certa che quello che faccio è esattamente quello che voglio. Che la fretta non aiuta mai. 

So che il blog non è più di moda, che nessuno leggerà, ma resterà a me. Resterà qualcosa che non potrò buttare, resterà in qualche server, in qualche nuvola virtuale, che anche se venisse violata, chi leggerà queste riflessioni, al massimo scoprirà l'animo travagliato, mai pago, così umano di una donna che lotta per il proprio posto nel mondo, senza artifizi, senza trucchi nè inganni.


Bon, rileggo e pubblico e mi riprometto di modificare la grafica del blog, che ora io sono altro

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