LUNA DEL LUPO
Hola! Bella gente
Due giorni di mal di gola, tosse e testa come un pallone. Riposo, TV e radio. Gatti che si addormentano accanto a me.
Ora va meglio. Mi è venuta voglia di scrivere. Non so di cosa. Non so proprio cosa dire.
Anche se, ripensando al mal di gola, una riflessione c'è. Ed è la seguente. Il mal di gola è iniziato martedì. mercoledì mattina c'è la solita riunione, a cui vado sempre meno volentieri. Anzi vorrei proprio non andarci più. L'impegno che richiede è tanto. Il ritorno è diventato insignificante, sul lato umano: Non parlo degli affari, anche se ci sarebbe da dire anche qui qualcosa. Piuttosto, la pressione che sento per prepararmi a partecipare ogni mercoledì, a essere attiva e produttiva è sempre più alta. La parabola è in discesa, sempre pià velocemente. Siccome si dice che la gola si infiamma quando non si esprime ciò che si vorrebbe dire, magari il problema è questo.
Domani c'è la LUNA PIENA. La chiamano LUNA DEL LUPO, perchè nel momento più freddo dell'inverno i branchi dei lupi si avvicinavano ai villaggi. Il Lupo è un animale magnifico, predatore, ma con un gran senso della famiglia. Nei giorni della Prima Luna Piena dell'anno è consigliato occuparsi dei propri famigliari, ricucire vecchi rapporti arrugginiti, fare 4 chiacchiere.
Sto scrivendo al buio. Solo la luce del PC. Mi pare una scena di un filmetto. Mentre la protagonista cerca se stessa e scrive una lettera all'amato uscito dalla sua vita in maniera catastrofica. ( qui ci vorrebbe l'Emoji che ride a crepapelle).
Mi piace questa solitudine. Forse è il mio brodino caldo, la mia Comfort Zone . Forse sono come la rana nel pentolino che nasconde la fiamma che riscalda l'acqua e morirò lessata .
Comunque sono qui. Sto scrivendo. Sto pensando. Sto mettendo in ordine le lettere, che diventano frasi, formate dai pensieri, che girano veloci. Per esempio, ora mi è venuto in mente quel bel ragazzo, giornalista, padre di due gemelli, a cui leggevo in anteprima i suoi articoli, così lo avvertivo dei rari errori ortografici causati dalle dita troppo veloci sulla tastiera. Io ero compiaciuta e molto orgogliosa di questo compito. Lui così bello che la sua foto mi pareva potesse parlare. Sposato con una donna molto bella e soprattutto con una posizione lavorativa che dimostrava quanto fosse intelligente. Un amico comune, mi raccontò che erano invidiati da mezza città, perchè erano intelligenti, belli, di famiglia benestante, con lavori importanti. Era logico che fossero una coppia. Poi l'ho perso di vista. Ha smesso di scrivere sul suo blog e di mandarmi il testo in anteprima. Lo rivedo sui social. Sempre solo e impegnato su un problema di inquinamento e salute in una valle del Trentino. Temi troppo impegnativi per me. Ogni tanto guardo i suoi post, come quelli di molti altri, leggo qualche commento, ma poi capita una foto. Lui, sempre bello, ma con qualche anno in più e devo dire che di fascino ne ha perso parecchio, avvinghiato a una ragazza molto giovane e si baciano, con la classica frase romantica a definire il post. Allora metto in ordine le info che noiosamente avevo raccolto guardando i suoi post in questi anni. Chiaro che è passato dalla condizione padre/marito a padre (spero) single. Allora contatto curiosa e chiedo info al mio caro amico, che conferma che è arrivata la giovane e lui ha deciso che era ora di prendere in mano la propria vita perfetta e farla diventare imperfetta. Già era un Dio. Ora è solo un uomo comune. Chissà perchè mi è venuto in mente lui, ora. Perché i pensieri veloci girano vorticosamente e a causa della forza centrifuga, escono questi frammenti, che a scriverli, ci si impiega una vita.
Ora è venuta in mente Lei, collega e poi amica. Su cui ho investito molto. Correvo sempre se chiamava. Andavo a trovarla al lavoro, per un caffè, con regolarità. Chiacchiere infinite al telefono e messaggi. Ma Lei, mai, dico MAI, è venuta a trovarmi, a prendere un caffè. Lo scorso anno, dopo l'attacco epilettico, visto che non mi aveva nemmeno contattata sui social, dove avevo avvertito il mondo intero che ero in ospedale, decisi di cancellarla dagli amici. In ogni senso. Dai social, ma specialmente dalle amicizie vere. E ho ripassato i 14 anni in cui sono stata io a mantenere l'amicizia in piedi. Si è offesa, un po'. Mi ha richiesto l'amicizia sui social, che le ho concesso. Ma nessun altro commento.
Non mi manca affatto. Anzi. Sto proprio bene a non sapere nulla di lei.
Sabato ricevo un messaggio da parte di un'altra amica. Il giorno prima avevo incontrato il marito per caso. Sorrido leggendo il messaggio. "Ci vediamo per un caffè? sto uscendo per fare la spesa". Avrei voluto non rispondere. Ma la mia educazione mi ha costretto a risponderle. Siamo usciti, ci siamo trovate e subito mi ha detto " Non ti fai mai sentire" . Sorridendo ho risposto " Ma se nemmeno rispondi ai messaggi, dici che sei sempre al lavoro, come se gli altri non lavorassero mai!", Avevo una chatt su Whatsapp, creata da me, con lei e un'amica comune. Ci si scambiava battute e sciocchezze. L'unica che rispondeva e inviava messaggi era l'altra. LEI era inesistente. Allora sono uscita dal gruppo. L'altra si è subito allarmata. LEI non si è manco accorta, o ha fatto finta. Ma non mi importa. Sorrido, bevo il caffè, faccio due chiacchiere. Ma tutto scivola sul piano inclinato della mia indifferenza.
Si cambia, cambiano le esigenze e le priorità. Per carità. Ma le amicizie vere restano. Basta una telefonata, mentre si va a fare una cura contro i maledetti dolori che ti affliggono da millenni. Questo succede sempre con un'altra amica. Lei sa che io posso essere più libera di lei nel prendermi i 5 minuti per una chiacchierata, un saluto, una risata. Quindi chiama molto spesso lei. Sì, perché con lei si ride sempre, leggera e luminosa. Eppure non ci si vede, il tempo non si riesce a trovarlo. Ma non è un problema. C'è il pensiero, c'è a voglia di sentirsi, di raccontare, di spettegolare.
Ci vuole poco. No?
Eppure sono qui al buio, radio accesa, dita che corrono veloci. E vorrei stare così per sempre.
Basta poco. Pochissimo.
Domani godiamoci la LUNA DEL LUPO e la sua ECLISSI
Due giorni di mal di gola, tosse e testa come un pallone. Riposo, TV e radio. Gatti che si addormentano accanto a me.
Ora va meglio. Mi è venuta voglia di scrivere. Non so di cosa. Non so proprio cosa dire.
Anche se, ripensando al mal di gola, una riflessione c'è. Ed è la seguente. Il mal di gola è iniziato martedì. mercoledì mattina c'è la solita riunione, a cui vado sempre meno volentieri. Anzi vorrei proprio non andarci più. L'impegno che richiede è tanto. Il ritorno è diventato insignificante, sul lato umano: Non parlo degli affari, anche se ci sarebbe da dire anche qui qualcosa. Piuttosto, la pressione che sento per prepararmi a partecipare ogni mercoledì, a essere attiva e produttiva è sempre più alta. La parabola è in discesa, sempre pià velocemente. Siccome si dice che la gola si infiamma quando non si esprime ciò che si vorrebbe dire, magari il problema è questo.
Domani c'è la LUNA PIENA. La chiamano LUNA DEL LUPO, perchè nel momento più freddo dell'inverno i branchi dei lupi si avvicinavano ai villaggi. Il Lupo è un animale magnifico, predatore, ma con un gran senso della famiglia. Nei giorni della Prima Luna Piena dell'anno è consigliato occuparsi dei propri famigliari, ricucire vecchi rapporti arrugginiti, fare 4 chiacchiere.
Sto scrivendo al buio. Solo la luce del PC. Mi pare una scena di un filmetto. Mentre la protagonista cerca se stessa e scrive una lettera all'amato uscito dalla sua vita in maniera catastrofica. ( qui ci vorrebbe l'Emoji che ride a crepapelle).
Mi piace questa solitudine. Forse è il mio brodino caldo, la mia Comfort Zone . Forse sono come la rana nel pentolino che nasconde la fiamma che riscalda l'acqua e morirò lessata .
Comunque sono qui. Sto scrivendo. Sto pensando. Sto mettendo in ordine le lettere, che diventano frasi, formate dai pensieri, che girano veloci. Per esempio, ora mi è venuto in mente quel bel ragazzo, giornalista, padre di due gemelli, a cui leggevo in anteprima i suoi articoli, così lo avvertivo dei rari errori ortografici causati dalle dita troppo veloci sulla tastiera. Io ero compiaciuta e molto orgogliosa di questo compito. Lui così bello che la sua foto mi pareva potesse parlare. Sposato con una donna molto bella e soprattutto con una posizione lavorativa che dimostrava quanto fosse intelligente. Un amico comune, mi raccontò che erano invidiati da mezza città, perchè erano intelligenti, belli, di famiglia benestante, con lavori importanti. Era logico che fossero una coppia. Poi l'ho perso di vista. Ha smesso di scrivere sul suo blog e di mandarmi il testo in anteprima. Lo rivedo sui social. Sempre solo e impegnato su un problema di inquinamento e salute in una valle del Trentino. Temi troppo impegnativi per me. Ogni tanto guardo i suoi post, come quelli di molti altri, leggo qualche commento, ma poi capita una foto. Lui, sempre bello, ma con qualche anno in più e devo dire che di fascino ne ha perso parecchio, avvinghiato a una ragazza molto giovane e si baciano, con la classica frase romantica a definire il post. Allora metto in ordine le info che noiosamente avevo raccolto guardando i suoi post in questi anni. Chiaro che è passato dalla condizione padre/marito a padre (spero) single. Allora contatto curiosa e chiedo info al mio caro amico, che conferma che è arrivata la giovane e lui ha deciso che era ora di prendere in mano la propria vita perfetta e farla diventare imperfetta. Già era un Dio. Ora è solo un uomo comune. Chissà perchè mi è venuto in mente lui, ora. Perché i pensieri veloci girano vorticosamente e a causa della forza centrifuga, escono questi frammenti, che a scriverli, ci si impiega una vita.
Ora è venuta in mente Lei, collega e poi amica. Su cui ho investito molto. Correvo sempre se chiamava. Andavo a trovarla al lavoro, per un caffè, con regolarità. Chiacchiere infinite al telefono e messaggi. Ma Lei, mai, dico MAI, è venuta a trovarmi, a prendere un caffè. Lo scorso anno, dopo l'attacco epilettico, visto che non mi aveva nemmeno contattata sui social, dove avevo avvertito il mondo intero che ero in ospedale, decisi di cancellarla dagli amici. In ogni senso. Dai social, ma specialmente dalle amicizie vere. E ho ripassato i 14 anni in cui sono stata io a mantenere l'amicizia in piedi. Si è offesa, un po'. Mi ha richiesto l'amicizia sui social, che le ho concesso. Ma nessun altro commento.
Non mi manca affatto. Anzi. Sto proprio bene a non sapere nulla di lei.
Sabato ricevo un messaggio da parte di un'altra amica. Il giorno prima avevo incontrato il marito per caso. Sorrido leggendo il messaggio. "Ci vediamo per un caffè? sto uscendo per fare la spesa". Avrei voluto non rispondere. Ma la mia educazione mi ha costretto a risponderle. Siamo usciti, ci siamo trovate e subito mi ha detto " Non ti fai mai sentire" . Sorridendo ho risposto " Ma se nemmeno rispondi ai messaggi, dici che sei sempre al lavoro, come se gli altri non lavorassero mai!", Avevo una chatt su Whatsapp, creata da me, con lei e un'amica comune. Ci si scambiava battute e sciocchezze. L'unica che rispondeva e inviava messaggi era l'altra. LEI era inesistente. Allora sono uscita dal gruppo. L'altra si è subito allarmata. LEI non si è manco accorta, o ha fatto finta. Ma non mi importa. Sorrido, bevo il caffè, faccio due chiacchiere. Ma tutto scivola sul piano inclinato della mia indifferenza.
Si cambia, cambiano le esigenze e le priorità. Per carità. Ma le amicizie vere restano. Basta una telefonata, mentre si va a fare una cura contro i maledetti dolori che ti affliggono da millenni. Questo succede sempre con un'altra amica. Lei sa che io posso essere più libera di lei nel prendermi i 5 minuti per una chiacchierata, un saluto, una risata. Quindi chiama molto spesso lei. Sì, perché con lei si ride sempre, leggera e luminosa. Eppure non ci si vede, il tempo non si riesce a trovarlo. Ma non è un problema. C'è il pensiero, c'è a voglia di sentirsi, di raccontare, di spettegolare.
Ci vuole poco. No?
Eppure sono qui al buio, radio accesa, dita che corrono veloci. E vorrei stare così per sempre.
Basta poco. Pochissimo.
Domani godiamoci la LUNA DEL LUPO e la sua ECLISSI
Commenti
Posta un commento