Come cambiano le cose

Stavo guardando i miei primi post.
Alcuni me li ricordo come fosse ieri.
Altri no. Non li ricorso, non mi ricordo i motivi per cui li ho scritti.
Il tono mi colpisce: leggero, simpatico, a volte più serio, altre volte sciocco.
Gli ultimi due anni, invece sono ricchi solo di una travagliata passione.
Vorrei tornare a scrivere nel modo primario.
Quello leggero, quello che mi permetteva di vedere il bello che c'è intorno a me.
Come cambiamo, come ci cambiano le vicende che ci toccano, ci investono, ci sfiorano.
La cosa triste è sentire che nel proprio profondo non sai più dove si trova la sorgente della forza di reagire.
La cosa triste è che ogni giorno accade qualcosa di ordinario o straordinario che prosciuga ogni tipo di energia.
Avrei bisogno di una pausa, di un pieno di cose buone. Come ho detto parecchie volte, sto viaggiando con il serbatoio in riserva.
Ho bisogno di lavorare, senza impazzire. Ho bisogno di fare le cose con un senso, non per disperazione.

Commenti

  1. Ciao Erika, sono tornato anch'io a riguardare i post, ma anche a rivivere "l'aria" dei bloggers, molto diversa da quella abastanza stantia di Facebook, non so se concordi... Quanto a quello che scrivi, credo che lo scrivere, per noi che lo facciamo per diletto, dovrebbe essere una sorta di "liberazione" di scarico delle tensioni che inevitabilmente accumuliamo nelle nostre realtà. Se invece dovesse diventare anch'esso una specie di costrizione, non avrebbe senso continuare, credo. Un caro saluto, a presto

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    1. Ciao . COSI' E'! Una liberazione, anche se non riesco a liberarmi come vorrei...
      Grazie di esser passato di qui.
      Mi sto spostando su questo sito, se vorrai seguirmi, te ne sarò grata! http://unatrentinaineppan.it/

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