Cadi. Ti rialzi. Ricominci.Ma non basta mai.
Non so da che parte iniziare
Vedo le cose, le vedo chiare. Come la casa. Il lavoro. Vedo tutto. Sono certa che tutto sarà perfetto.
...e poi...
mille difficoltà, mille batoste. Cadi. Ti rialzi. Ricominci.
Mille volte.
Ma la casa è ancora un mezzo cantiere
Il mio libro è nell'angolo, aspettando la vena ironica che di solito mi contraddistingue.
Il lavoro... finalmente pare che si faccia sul serio e SBAMMM!!!!
Avvocati e commercialisti sconsigliano qui, suggeriscono l'esatto contrario di quello che stai facendo. Perchè è così che VOGLIO VIVERE e LAVORARE. Incitano a chiedere aiuto qui e lì. Così non sei mai adulto, sei sempre in stato di bisogno. C'è chi lo offre l'aiuto. C'è chi ti offre persino la soluzione quasi perfetta. Ma no... c'è sempre un ostacolo, una porta che ti sbatte sul muro, una montagna da scalare.
Cadi. Ti rialzi. Ricominci.
Ma non basta mai.
Non sapete quanti mi dicono che sono forte,che sono unica, che ho mille e una risorsa, che sono disponibile, intelligente e che risolverò tutti i problemi.
Ma non basta mai.Cadi. Ti rialzi. Ricominci.
Ricomicio acciaccata, delusa, ferita, impaurita, spaesata.
Spesso metto in dubbio tutto. La visione iniziale. Il mio intuito. Il mio essere.
Mi sento sola. Devo sempre chiedere aiuto a qualcuno e devo sdebitarmi e so che sarà impossibile. O quasi.
Non so cosa altro dire.
Non so più da che parte girarmi.
Voglio solo vivere sulle mie gambe.
Come una vera adulta.
C'è chi mi dice: ma cosa significano, secondo te, tutti questi "imprevisti"?
Insinuando il dubbio che tutto quello che "vedo" è scorretto. Impraticabile. Insostenibile.
E mi assalgono immagini terribili: vivrò mendicando.
Che non pagherò i debiti, che ricadranno sui miei figli, sui miei cari. Scene apocatillittiche. Che però non sento "mie" come le mie visioni. Ma mi tolgono il terreno sotto i piedi. Mi impediscono di respirare. Mi impediscono di "vedere chiaramente".
Resta una spossatezza immensa. Dormirei tutto il giorno.
Fuga dalla realtà, semplicemente.
Lunedì scorso un temporale ha fatto riversare nel mio giardino, in cui stava crescendo l'erba e i fiori stavano ambientandosi bene, tutta la ghiaia delal stradina che porta la maso sopra casa nostra. Ha distrutto settimane, mesi di lavoro.
Questo è un esempio.
Certo, si sistema. si pulisce. Si riordina. Ma i segni restano.
E i miei occhi guardano quelle ciatrici con tristezza.
Il mio cuore si gonfia di pesante dolore.
Questa stradina, frana da tre anni a questa paret a ogni temporale un pochino più forte. I proprietari la sistemano. Ma il disastro continua.
Dovrebbero fare lavori "diversi". Ora hanno promesso che li faranno, ma intanto per tre estati, fango e ghiaia sono caduti nel cavedio, rendendo il passaggio davanti alle stanze dei ragazzi una specie di fangoso buco sporco.
I prossimi giorni saranno piovosi, forse non troppo.
Questo è l'esempio di quello che dicevo all'inizio. NON SO PIU' COSA FARE.
Devo lasciare che sia? Che la pioggia distrugga tutto?
Che le mille problematiche supposte mi blocchino la mia voglia id fare impresa con mio marito e ripagare, così, i debiti?
Sono giù di corda.
e non serve a nulla scrivere, o parlare.
questa è una di quelle sere dove è meglio prendere qulache goccia di EN e sperare di dormire a fondo, fino a domani.
Vedo le cose, le vedo chiare. Come la casa. Il lavoro. Vedo tutto. Sono certa che tutto sarà perfetto.
...e poi...
mille difficoltà, mille batoste. Cadi. Ti rialzi. Ricominci.
Mille volte.
Ma la casa è ancora un mezzo cantiere
Il mio libro è nell'angolo, aspettando la vena ironica che di solito mi contraddistingue.
Il lavoro... finalmente pare che si faccia sul serio e SBAMMM!!!!
Avvocati e commercialisti sconsigliano qui, suggeriscono l'esatto contrario di quello che stai facendo. Perchè è così che VOGLIO VIVERE e LAVORARE. Incitano a chiedere aiuto qui e lì. Così non sei mai adulto, sei sempre in stato di bisogno. C'è chi lo offre l'aiuto. C'è chi ti offre persino la soluzione quasi perfetta. Ma no... c'è sempre un ostacolo, una porta che ti sbatte sul muro, una montagna da scalare.
Cadi. Ti rialzi. Ricominci.
Ma non basta mai.
Non sapete quanti mi dicono che sono forte,che sono unica, che ho mille e una risorsa, che sono disponibile, intelligente e che risolverò tutti i problemi.
Ma non basta mai.Cadi. Ti rialzi. Ricominci.
Ricomicio acciaccata, delusa, ferita, impaurita, spaesata.
Spesso metto in dubbio tutto. La visione iniziale. Il mio intuito. Il mio essere.
Mi sento sola. Devo sempre chiedere aiuto a qualcuno e devo sdebitarmi e so che sarà impossibile. O quasi.
Non so cosa altro dire.
Non so più da che parte girarmi.
Voglio solo vivere sulle mie gambe.
Come una vera adulta.
C'è chi mi dice: ma cosa significano, secondo te, tutti questi "imprevisti"?
Insinuando il dubbio che tutto quello che "vedo" è scorretto. Impraticabile. Insostenibile.
E mi assalgono immagini terribili: vivrò mendicando.
Che non pagherò i debiti, che ricadranno sui miei figli, sui miei cari. Scene apocatillittiche. Che però non sento "mie" come le mie visioni. Ma mi tolgono il terreno sotto i piedi. Mi impediscono di respirare. Mi impediscono di "vedere chiaramente".
Resta una spossatezza immensa. Dormirei tutto il giorno.
Fuga dalla realtà, semplicemente.
Lunedì scorso un temporale ha fatto riversare nel mio giardino, in cui stava crescendo l'erba e i fiori stavano ambientandosi bene, tutta la ghiaia delal stradina che porta la maso sopra casa nostra. Ha distrutto settimane, mesi di lavoro.
Questo è un esempio.
Certo, si sistema. si pulisce. Si riordina. Ma i segni restano.
E i miei occhi guardano quelle ciatrici con tristezza.
Il mio cuore si gonfia di pesante dolore.
Questa stradina, frana da tre anni a questa paret a ogni temporale un pochino più forte. I proprietari la sistemano. Ma il disastro continua.
Dovrebbero fare lavori "diversi". Ora hanno promesso che li faranno, ma intanto per tre estati, fango e ghiaia sono caduti nel cavedio, rendendo il passaggio davanti alle stanze dei ragazzi una specie di fangoso buco sporco.
I prossimi giorni saranno piovosi, forse non troppo.
Questo è l'esempio di quello che dicevo all'inizio. NON SO PIU' COSA FARE.
Devo lasciare che sia? Che la pioggia distrugga tutto?
Che le mille problematiche supposte mi blocchino la mia voglia id fare impresa con mio marito e ripagare, così, i debiti?
Sono giù di corda.
e non serve a nulla scrivere, o parlare.
questa è una di quelle sere dove è meglio prendere qulache goccia di EN e sperare di dormire a fondo, fino a domani.
Cara Erika,
RispondiEliminaIn bocca al lupo. È difficile fare delle scelte e portarle avanti ma ti auguro tutto il bene che conosco e spero di leggerti prossimamente contenta per come andranno le cose. Baci, Cristina
magari oggi vedi le cose in maniera diversa...te lo auguro e ti abbraccio forte forte Lory
RispondiEliminaCiao Erika, ti trovo per caso ed è una bella scoperta! Come me hai tanti interessi e il coraggio che io non ho, di mettere per iscritto le emozioni.I momenti bui fanno parte della nostra vita così come quelli belli. E la vita in sé che richiede coraggio!
RispondiEliminaComincio a seguirti con piacere e spero che verrai a conoscermi;)))
Ti mando un forte abbraccio e ti auguro solo cose belle;))))
Angela